La responsabilità amministrativa degli enti, disciplinata dal Decreto Legislativo n. 231 del 2001, è un tema complesso che coinvolge diversi aspetti, tra cui la nozione di controllo esteso e la qualifica di amministratore di fatto. Recenti pronunce della Corte di Cassazione forniscono importanti indicazioni su come valutare tali elementi, delineando criteri e principi che contribuiscono a una migliore comprensione delle dinamiche giuridiche coinvolte.

Controllo Esteso e Vigilanza: Definizioni e Accertamenti Necessari

In base all’art. 5, comma 1, lett. a) del D.Lgs. n. 231/2001, la responsabilità dell’ente sorge quando il reato è commesso nell’interesse o vantaggio della società. Questo comprende non solo gli amministratori di fatto individuabili in base agli indici presuntivi delineati dall’art. 2639 del codice civile ma anche coloro che esercitano attività di gestione, controllo e vigilanza, anche di fatto, nell’ente.

La sentenza della Corte di Cassazione, Sezione 5 penale, del 26 gennaio 2024, n. 3211, enfatizza la necessità per il giudice di accertare, con motivazioni compiutamente espresse, se gli autori del reato rientrino tra le “persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso”. In particolare, la nozione di controllo esteso si sovrappone a quella dei sindaci o di altri soggetti formalmente deputati a tali attività. La Corte sottolinea l’importanza di valutare l’attività di verifica ed incidenza nella realtà economico-patrimoniale della società, assegnando al giudice il compito di determinare se gli autori del reato esercitino effettivamente un controllo significativo sull’ente.

La Qualifica di Amministratore di Fatto: Elementi da Valutare

Nel contesto dei reati societari, la qualifica di amministratore di fatto è un aspetto rilevante. La Corte di Cassazione, Sezione 2 Penale, con la sentenza del 27 settembre 2022, n. 36556, stabilisce che la valutazione della qualifica di amministratore di fatto dipende dall’esercizio continuativo e significativo dei poteri tipici inerenti alla qualifica o alla funzione. La Corte sottolinea che non è necessario l’esercizio di tutti i poteri, ma è fondamentale valutare la pregnanza, ai fini dell’attribuzione della qualifica, dei singoli poteri effettivamente esercitati. Tale valutazione spetta al giudice di merito che deve analizzare in modo accurato e dettagliato gli indici valorizzabili, considerando il carattere continuativo e significativo dell’esercizio dei poteri da parte del soggetto.

Reati Fallimentari e la Nozione di Amministratore di Fatto

La nozione di amministratore di fatto, introdotta dall’art. 2639 del codice civile, è ulteriormente chiarita dalla sentenza della Corte di Cassazione, Sezione 5 Penale, del 22 agosto 2013, n. 35346. La Corte afferma che la prova della posizione di amministratore di fatto richiede l’accertamento di elementi sintomatici dell’inserimento organico del soggetto con funzioni direttive in diverse fasi dell’attività della società. Tali elementi possono riguardare i rapporti con dipendenti, fornitori o clienti e devono testimoniare un’apprezzabile attività gestoria, svolta in modo non episodico o occasionale.

In sintesi, la responsabilità 231 per i reati dei soggetti che esercitano attività di gestione, controllo e vigilanza negli enti richiede una valutazione attenta e dettagliata delle circostanze specifiche. La giurisprudenza offre chiavi interpretative preziose, delineando criteri e principi che orientano il giudice nell’accertamento della responsabilità dell’ente e nella qualifica di amministratore di fatto.

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COMPLIANCE E MODELLI ORGANIZZATIVI EX D.LGS 231/01

L’Avv. Di Giacinto è Partner del Sole 24 Ore in relazione alla materia della Compliace Aziendale e in riferimento alla gestione dei Modelli Organizzativi ex D.lgs 231/01. L’esperienza in materia consente di offrire alle aziende sia pubbliche e sia private un valido supporto in ogni fase, sia per la realizzazione del modello e sia per la gestione dei vari momenti aziendali con il ruolo di O.d.v. Il Modello 231 è un documento che descrive una serie di procedure aziendali volte a garantire la prevenzione della commissione di reati, per cui l’azienda potrebbe essere ritenuta responsabile, nell’adempimento di tutte le mansioni previste durante lo svolgimento della propria attività lavorativa.