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Lo studio legale dell’Avv. Di Giacinto offre una vasta gamma di servizi legali alle coppie che stanno attraversando una separazione o un divorzio. L’Avv. Di Giacinto è un professionista esperto nel campo del diritto di famiglia e offre una consulenza personalizzata per ogni situazione, garantendo che i clienti siano sempre ben informati sui loro diritti e sugli sviluppi del loro caso. L’Avvocato Di Giacinto offre una consulenza in materia di diritto di famiglia, in particolare per quanto riguarda le separazioni e i divorzi. Egli può aiutare i clienti a capire i loro diritti e le loro opzioni in merito a questioni come l’affidamento dei figli, la determinazione dell’assegno di mantenimento e la ripartizione dei beni.
Inoltre, l’Avvocato Di Giacinto offre assistenza nella redazione di accordi prematrimoniali (es. spese ristrutturazione casa) e nella negoziazione di accordi consensuali di separazione e di divorzio, per aiutare le coppie a risolvere i loro problemi in modo equo e pacifico. L’Avv. Di Giacinto e il suo team di professionisti sono anche esperti nel rappresentare i clienti in Tribunale in caso di controversie insolute e di liti legali in materia di separazioni e di divorzi. La loro competenza legale e la loro esperienza nell’ambito giudiziario garantiscono che i clienti siano rappresentati con efficacia e che i loro interessi siano protetti.
L’importante è conoscere le “Regole del Gioco”
In Italia esistono due istituti giuridici per la fine di un matrimonio: la separazione e il divorzio. Entrambi i procedimenti legali hanno come risultato la fine del matrimonio, ma ci sono alcune differenze sostanziali tra i due istituti.
La separazione è un procedimento in cui i coniugi pongono fine al loro rapporto, ma senza sciogliere il vincolo matrimoniale. Ciò significa che i coniugi rimangono formalmente sposati, ma vivono separati. Con la separazione i coniugi possono regolare questioni come l’affidamento dei figli, la determinazione dell’assegno di mantenimento e la ripartizione dei beni.
Il divorzio, invece, è un procedimento con cui i coniugi sciolgono il vincolo matrimoniale e pongono fine al loro matrimonio definitivamente. Una volta che il divorzio è stato pronunciato, i coniugi non sono più legalmente sposati e non hanno più alcun obbligo l’uno verso l’altro. Con il divorzio i coniugi possono regolare questioni come l’affidamento dei figli, la determinazione dell’assegno di mantenimento e la ripartizione dei beni.
Un’altra differenza tra la separazione e il divorzio è il fatto che i coniugi non possono risposarsi fino alla pronuncia del divorzio (quindi con la sola separazione non ci si può risposare).
In generale, sia la separazione che il divorzio sono procedimenti complessi e difficili, e richiedono l’assistenza di un avvocato esperto per garantire che i diritti e gli interessi dei clienti siano protetti.
Separazione – Diritti & Doveri
In Italia, esistono diverse tipologie di separazione:
- Separazione consensuale: in questo caso, i coniugi si accordano su tutte le questioni legate alla fine del matrimonio ma decidono di affidarsi ad un giudice per l’approvazione delle loro condizioni.
- Separazione giudiziale: in questo caso, uno dei coniugi chiede la separazione e il giudice decide su tutte le questioni legate alla fine del matrimonio, come la divisione dei beni e l’affidamento dei figli.
In generale, tutte le tipologie di separazione comportano l’obbligo di non coabitazione tra i coniugi e la fine dei loro doveri reciproci di fedeltà, assistenza morale e materiale, ma non comporta la fine del vincolo matrimoniale. Un avvocato specializzato può fornire consulenza e supporto in questo senso.
Divorzio – Diritti & Doveri
Esistono diverse tipologie di divorzio previste dalla legislazione italiana:
- Divorzio consensuale: in questo caso i coniugi hanno già raggiunto un accordo su tutte le questioni relative al divorzio (assegnazione dei figli, assegno di mantenimento, ripartizione dei beni) prima di presentare la richiesta al tribunale.
- Divorzio giudiziale: si verifica quando uno dei coniugi decide di chiedere il divorzio e l’altro non è d’accordo. In questo caso, il tribunale deve accertare la sussistenza delle cause di divorzio e decidere se sciogliere o meno il vincolo matrimoniale.
Un avvocato specializzato può fornire consulenza e supporto in questo senso.
La casa coniugale è l’abitazione che i coniugi hanno scelto come residenza durante il matrimonio. In caso di separazione o divorzio, la casa coniugale può diventare oggetto di controversie tra i coniugi riguardo alla sua gestione e alla sua eventuale assegnazione.
In generale, la casa coniugale può essere gestita in tre modi differenti:
- Assegnazione all’uno o all’altro coniuge: in questo caso, il giudice assegna la casa coniugale a uno dei coniugi, che diventa l’unico proprietario e ha il diritto di utilizzarla come residenza.
- Vendita della casa: in questo caso, la casa viene venduta e i proventi della vendita vengono divisi tra i coniugi.
- Continuazione della gestione in comune: in questo caso, i coniugi decidono di continuare a gestire la casa coniugale insieme, anche se non vivono più insieme.
Inoltre, è importante considerare che la casa coniugale può essere considerata come un bene comune o un bene personale a seconda delle circostanze e delle leggi in vigore. Se la casa è stata acquistata durante il matrimonio e con i soldi guadagnati da entrambi i coniugi, generalmente si considera un bene comune. In caso contrario, se è stata acquistata prima del matrimonio o con i soldi di un solo coniuge, si considera un bene personale.
In ogni caso, la decisione sul destino della casa coniugale spetta al giudice e deve essere fatta tenendo conto dell’interesse dei coniugi e dei figli, se presenti.
L’assegno di mantenimento tra coniugi è una somma di denaro che un coniuge è tenuto a pagare all’altro, al fine di garantire un sostentamento adeguato in caso di separazione o divorzio. L’assegno di mantenimento viene stabilito dal giudice e può essere revocato o modificato in base alle esigenze e alle condizioni dei coniugi.
Il giudice, nell’emettere un assegno di mantenimento, tiene conto della situazione economica e professionale dei coniugi, della loro capacità di reddito e della durata del matrimonio. L’assegno di mantenimento può essere richiesto sia dal coniuge che non ha la disponibilità della casa coniugale, sia dal coniuge che ha la custodia dei figli minori. In ogni caso, l’assegno deve essere proporzionato alle esigenze del coniuge richiedente e alle possibilità economiche del coniuge obbligato.
Inoltre, l’assegno di mantenimento può essere richiesto solo se i coniugi si sono effettivamente separati e non è dovuto in caso di separazione solo di fatto. In caso di modifica delle condizioni economiche dei coniugi, l’assegno può essere revocato o modificato dal giudice su richiesta di uno dei coniugi.
L’assegno di mantenimento può essere pagato in un’unica soluzione o a rate mensili, e in caso di mancato pagamento, può essere richiesta l’emissione di un provvedimento di pignoramento.
L’addebito della separazione è una condizione giudiziale che permette di attribuire la responsabilità della fine del matrimonio ad uno dei coniugi. In pratica, l’addebito consiste nell’accusare un coniuge di aver causato la rottura del matrimonio per proprie colpe, come ad esempio infedeltà violenza, abbandono del tetto coniugale, alcolismo o droga ecc….
L’addebito ha delle conseguenze giuridiche importanti, in quanto, in caso di accoglimento della richiesta, il coniuge addebitato non ha diritto a chiedere l’assegno di mantenimento e il giudice può decidere di assegnare una parte maggiore dei beni comuni al coniuge che non ha colpe. In Italia, la legge prevede che la separazione possa essere addebitata solo in caso di separazione giudiziale, mentre non è possibile addebitare la separazione consensuale o quella congiunta. Per richiedere l’addebito è necessario presentare una domanda al Tribunale competente e dimostrare le colpe addebitate con prove concrete, come ad esempio testimonianze o documenti. Il giudice valuterà le prove presentate e deciderà se accogliere o meno la richiesta di addebito.
In generale, l’addebito della separazione può rendere più complesso e lungo il procedimento di separazione, in quanto necessita di un’istruttoria più approfondita e di prove concrete. Inoltre, può avere conseguenze negative sui rapporti tra i coniugi e sui figli, a causa dell’accusa di colpe e responsabilità
Infedeltà Coniugale e Risarcimento del Danno
In Italia, è possibile chiedere un risarcimento del danno per infedeltà coniugale solo in alcuni casi specifici. Innanzitutto, è necessario che l’infedeltà abbia causato un danno concreto e dimostrabile al coniuge fedifrago, come ad esempio un danno economico, un danno alla salute o un danno morale. Inoltre, è importante considerare che l’infedeltà coniugale non è più un reato in Italia (Sentenze della Corte Costituzionale n. 126/1968 e n. 147/1969 che hanno dichiarato illegittimi gli articoli 559 e 560 del Codice Penale) ma può essere comunque utilizzata come causa di addebito in caso di separazione o divorzio.
La giurisprudenza italiana ha stabilito che l’infedeltà coniugale può essere utilizzata come base per chiedere un risarcimento del danno solo in casi particolari, come ad esempio:
- Nel caso in cui l’infedeltà abbia causato un danno economico al coniuge fedifrago, ad esempio a causa di una perdita di reddito o di un aumento delle spese sostenute per la famiglia.
- Nel caso in cui l’infedeltà abbia causato un danno alla salute del coniuge fedifrago, ad esempio a causa di una malattia mentale o fisica.
- Nel caso in cui l’infedeltà abbia causato un danno morale al coniuge fedifrago, ad esempio a causa della sofferenza causata dalla scoperta dell’infedeltà o dalla perdita dell’immagine di sé come coniuge fedele.
In generale, la giurisprudenza italiana è molto prudente nell’accogliere le richieste di risarcimento del danno per infedeltà coniugale, in quanto ritiene che l’infedeltà non debba essere sanzionata penalmente o economicamente, ma sia piuttosto un fatto privato tra i coniugi. Se sei stato tradito e o sei stata tradita rivolgiti ad un Avvocato esperto per conoscere i tuoi diritti.
Abbandono del tetto coniugale
L’abbandono del tetto coniugale è una situazione in cui uno dei coniugi decide di lasciare la residenza coniugale senza un giustificato motivo e senza il consenso dell’altro coniuge. In pratica, si tratta di un coniuge che lascia volontariamente la casa e interrompe la convivenza con l’altro senza una giusta causa e/o senza la preventiva autorizzazione di un Giudice.
L’abbandono del tetto coniugale può avere diverse conseguenze giuridiche e personali. A livello giuridico, l’abbandono del tetto coniugale può essere utilizzato come causa di addebito in caso di richiesta di separazione o divorzio e può avere ripercussioni sull’assegno di mantenimento e sulla gestione della casa coniugale. A livello personale, l’abbandono del tetto coniugale può causare sofferenza e dolore al coniuge abbandonato e può avere ripercussioni sui figli, se presenti.
È importante che i coniugi, siano consapevoli delle sanzioni a cui possono andare incontro se non rispettano le leggi e le normative in materia e che quindi agiscano di conseguenza per proteggere se stessi e il proprio patrimonio. Un avvocato specializzato può fornire consulenza e supporto in questo senso.
Stalking tra Coniugi
Il stalking tra coniugi è una forma di violenza psicologica e comportamentale in cui un coniuge, dopo la fine del matrimonio o della convivenza, persegue, minaccia e/o molesta l’altro coniuge.
Il stalking tra coniugi può assumere diverse forme, come ad esempio seguire, pedinare, controllare i movimenti, telefonare o inviare messaggi in modo ripetitivo, diffondere notizie false, minacciare, danneggiare proprietà, molestare i familiari e amici, e può causare sofferenza, ansia, paura e danni psicologici. In Italia, il reato di stalking è previsto dal Codice Penale dal 2009, e prevede pene detentive che variano dai 6 mesi ai 4 anni di reclusione per chi commette il reato. Inoltre, la legge prevede anche la possibilità di ottenere una misura di protezione per la vittima, come ad esempio il divieto di avvicinamento o la sospensione del porto d’armi.
È importante sottolineare che il stalking è un comportamento violento e pericoloso, e che la vittima deve essere protetta e supportata. In caso di stalking tra coniugi, è importante rivolgersi immediatamente ad un Avvocato per conoscere i propri diritti.
Consulta il tuo Avvocato di Fiducia per avere maggiori informazioni. L’Avvocato rappresenta una delle figure più importanti per gestire al meglio le situazioni di crisi tra i Coniugi e ogni fatto connesso e conseguente.
Violenza Domestica
La violenza domestica tra coniugi è una forma di violenza psicologica, fisica e/o sessuale che può essere perpetrata da un coniuge nei confronti dell’altro all’interno della relazione coniugale o in seguito alla fine della relazione. La violenza domestica può assumere diverse forme, come ad esempio minacce, controllo, isolamento, umiliazioni, aggressioni fisiche, violenze sessuali e stalking.
In Italia, la violenza domestica è un reato previsto dal Codice Penale e dalle leggi specifiche, e prevede pene detentive che variano in base alla gravità dei fatti. Inoltre, la legge prevede anche la possibilità di ottenere misure di protezione per la vittima, come ad esempio il divieto di avvicinamento, la sospensione del porto d’armi o l’allontanamento dalla casa coniugale. È importante sottolineare che la violenza domestica è un comportamento violento e pericoloso che può avere conseguenze devastanti sulla vittima e sulla famiglia, e che la vittima deve essere protetta e supportata. In caso di violenza domestica tra coniugi, è importante rivolgersi ad un Avvocato per conoscere i propri diritti.
Comunione o Separazione dei beni?
Nel regime di separazione dei beni, ciascun coniuge mantiene la proprietà e la gestione dei propri beni, acquistati prima o durante il matrimonio, senza alcun obbligo di condivisione con l’altro coniuge. Ciò significa che i beni acquistati da ciascun coniuge prima o durante il matrimonio rimangono di proprietà esclusiva di ciascun coniuge e non sono soggetti a divisione in caso di separazione o divorzio.
Nel regime di comunione legale dei beni, invece, i beni acquistati da ciascun coniuge durante il matrimonio vengono automaticamente considerati come beni comuni e devono essere divisi equamente in caso di separazione o divorzio. I beni acquistati prima del matrimonio rimangono di proprietà esclusiva di ciascun coniuge.
La giurisprudenza recente ha precisato che il regime di comunione legale dei beni non comporta una automatica parità di gestione dei beni tra i coniugi ma lascia ampia autonomia di gestione a ciascuno dei coniugi, salvo il rispetto dei principi di lealtà e correttezza nei rapporti tra i coniugi. Inoltre, la giurisprudenza ha precisato che in caso di crisi economica del nucleo familiare, il giudice ha la facoltà di ordinare la liquidazione dei beni comuni per far fronte alle esigenze della vita familiare, anche a scapito dell’uguaglianza nella ripartizione dei beni tra i coniugi.
In generale, è possibile scegliere il regime di separazione dei beni prima o durante il matrimonio, mediante apposita dichiarazione contenuta in un atto pubblico o in una scrittura privata autenticata. In assenza di tale dichiarazione, si applica il regime di comunione legale dei beni.
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